Come vi avevamo anticipato la scorsa settimana ci prepariamo a un “buco” di mercato per i meloni. Approfittate di quest’ultimo weekend, perché poi piano piano inizieranno a salire e per un po’ non saranno più convenienti. Per fortuna, iniziano a esserci validissime alternative. Possiamo finalmente dirlo: è iniziata, e bene, la stagione delle buone albicocche nostrane.
Viva le albicocche italiane
In Puglia siamo in piena fase di raccolta, in Emilia-Romagna è partita bene e ci sono già le prime dal Piemonte. Sono abbordabili, a non più di quattro euro al chilo per le più belle, e finalmente vanno a sostituire quelle spagnole e quelle piantate anche da noi per essere molto, troppo precoci. Del loro flop di mercato abbiamo già detto, e molti si stanno convincendo ad innestare altre varietà più buone e più “regolari” sui loro tempi di maturazione, perché si sono accorti un po’ tutti che al mercato chi fa qualità ha la meglio sugli altri. La gente ha capito che bisogna aspettare il momento giusto e che investire pochi euro in più per frutta e verdura locali e da varietà giuste ha non solo molto senso, ma dà anche tante soddisfazioni a tavola.
Conoscete già le varietà presidiate da Slow Food?
E, guarda caso, per testimoniare che è davvero questo il periodo adatto a questo tipo di raccolto, in tema di albicocche anche due ottimi Presìdi Slow Food sono pronti: a Scillato, in Sicilia, siamo nel centro delle sole due o tre settimane di produzione dell’ecotipo locale, albicocca famosa da secoli per il suo gusto e il suo profumo che si sente anche da lontano. A Valeggia, in Liguria, invece iniziamo adesso, per arrivare nel pieno da metà giugno in poi, e qui le albicocche locali sono davvero molto pregiate, se le confrontate con quelle spagnole che dicevamo che non “sanno di nulla”, beh, vi sembrerà di essere in un altro mondo. Fino a inizio luglio cercatele nelle vostre gite al mare o nelle vostre prime ferie in Riviera.

Ciliegie, piccole e convenienti
Detto delle albicocche, ancora un accenno alle ciliegie, perché la famosa varietà pugliese ferrovia, che di solito inonda i mercati in questo periodo e si fa preferire per le sue dimensioni e fattezze importanti, quest’anno non è maturata bene: sono piuttosto piccole e i produttori stanno perdendo denaro. È crisi per loro. Infatti, le ciliegie variano molto di prezzo a seconda della pezzatura e le piccole non le compra quasi nessuno, tanto più in piena campagna come ora. Quindi costeranno pochissimo per la grande offerta che c’è a dispetto di una domanda che proprio non le vuole.
Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del 5 giugno 2021
1 commento
Fra un po’ in Campania avremo le albicocche ( crisommole)” prevetarelle” e “pellecchielle” squisite.
Per non parlare della ciliegia ” ricca do Marano”