È cominciata la stagione di questi legumi mangiatutto, ideali per preparare ricette leggere e fresche che profumano di estate. In questo momento abbondano quelli raccolti a macchina, certo meno teneri dei fagiolini colti a mano in giornata, ma dal buon rapporto qualità-prezzo. Prima di dirvi qualcosa in più, partiamo però da una (grande) curiosità.
A Pecetto una ciliegia da record
Siccome alcune settimane fa avevamo parlato del “gigantismo” di alcune ciliegie di Pecetto nel torinese, ora non possiamo assolutamente esimerci dal dare conto sul prosieguo della storia: è stata raccolta una ciliegia di oltre 33 grammi nell’azienda agricola Cascina Canape! Una foto la ritrae di fianco a una moneta da due euro ed è grande il doppio! Sono state effettuate tutte le misurazioni scientifiche del caso e ora la documentazione è stata spedita agli ispettori del Guinness dei primati. Complimenti a questi agricoltori e speriamo che l’operazione vado in porto fino alla fine con la meritata pubblicazione sul libro dei record.

Le ultime ciliegie? Anche dopo San Giovanni
Intanto, possiamo dire che la stagione delle ciliegie a Nord proseguirà per almeno una decina di giorni anche dopo San Giovanni (quando secondo il detto popolare dovrebbe fare capolino il gianin, in piemontese, cioè il vermicello). Sarebbe il momento in cui si dovrebbe chiudere la raccolta secondo tradizione, ma quest’anno le ciliegie sono iniziate in ritardo e finiranno in ritardo.
Fagiolini (e non solo) a prezzi davvero convenienti
Per il resto, invece, i mercati registrano una strana stanchezza della domanda, per cui i prezzi sono veramente bassi e in maniera generalizzata. Le zucchine, per dire, si possono acquistare anche a un euro al chilo e pochi prodotti di largo consumo superano i due euro. Compresi i fagiolini raccolti a macchina che stanno invadendo i mercati in maniera importante. Costano anche soltanto un euro e cinquanta al chilo, e immaginate quanti fagiolini compongono un chilogrammo: ce ne sarebbe parecchia di materia prima da cucinare… Questi ortaggi, come avevamo già raccontato in passato, provengono da enormi piantagioni in Pianura Padana, in cui, viste le estensioni, è d’obbligo la raccolta meccanizzata. Li riconoscerete per il prezzo più basso di quelli raccolti a mano (circa quattro euro al chilo, ma che fatica prenderli uno a uno sotto il sole cocente…) e perché alcuni saranno spezzati, senza la delicatezza delle mani che li tolgono dalla pianta. Sono un po’ meno buoni di quelli che provengono dagli orti più piccoli, a causa anche del fatto che si tratta di una varietà ibrida studiata per adattarsi alle condizioni in cui si coltiva, ma va detto che i primi che arrivano, come quelli che troverete oggi al mercato, sono anche i migliori, per cui se volete un buon rapporto qualità prezzo potrete anche approfittarne.
Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del 26 giugno 2021