Il mercato dell’ortofrutta pare “stanco”. Le condizioni climatiche favorevoli garantiscono una vasta gamma di prodotti coltivati e raccolti da Nord a Sud, con un’offerta davvero allettante anche in termini di qualità. Il problema è la domanda, che i commercianti sostengono essere bassissima da almeno una ventina giorni. Non capiscono il perché: il caldo non invoglia il consumo e toglie un po’ di fame? Molti ne approfittano per mangiare fuori all’aperto dopo mesi di clausura?
Non esiste una vera risposta, ma fatto sta che si fatica a vendere tutto quello che c’è, con conseguente abbassamento generalizzato dei prezzi. Facciamo un po’ di esempi di ingredienti coltivati ovunque nel Paese. Le zucchine con questo caldo “esplodono” letteralmente e quelle di buona qualità possono costare intorno all’euro al chilo, anche meno. Stessa cosa vale per i prodotti della famiglia delle cucurbitacee come i cetrioli, i meloni e i cocomeri. I meloni succosi e dolci costano un euro al chilo, i cetrioli quasi sono regalati, i cocomeri vanno via a sessanta centesimi al chilo, che è il loro prezzo giusto in questo momento.
Permetteteci di sottolineare questa “giustezza”, perché le angurie le troverete anche a meno nei supermercati, molto meno. È il solito discorso del prodotto “civetta”, che attrae consumatori che poi comprano molto altro e non sempre a prezzi convenienti. Giorni fa un collega parlando di alcuni prezzi scandalosamente bassi per alcuni alimenti denunciava i costi sociali e ambientali che stanno dietro a ribassi di tale portata. È pur vero, ma per molti prodotti civetta si fa la scelta strategica di venderli davvero sotto costo, rimettendoci, contando sui guadagni provenienti dall’altra merce che si vende nei discount. Una perdita calcolata quindi, che frutta poi buoni margini su altri fronti: pura strategia di marketing.

Proseguendo con i prodotti poco esosi abbiamo i pomodori, come i cuori di bue che sono scesi a un euro e cinquanta, le melanzane a poco più di un euro, pesche e albicocche a prezzi buoni per il periodo, soprattutto le albicocche che stanno finendo. E poi, iniziano a esserci i primi peperoni al Nord, come quelli di Carmagnola: sono già di buona qualità e costano poco più di due euro al chilo. Che dire in conclusione: non vi diamo un consiglio specifico questa settimana perché ci siamo persi nell’imbarazzo della scelta.
Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del 10 luglio 2021