Anello di monaco, bisciola, anime beate, biscione, buccellato siciliano, cartellate, buchteln, certosino, ciambelline di magro, crustoli, cucciddata, culingionis, giuggiulena, corona alla cannella, gubana, gueffus, mustazzoli, nociata, pandolce genovese, panificato, panforte, panettone, pangiallo, parrozzo, pani ‘e saba, passulate, pinoccate, rocciata, roccocò, spongarda, spongata, struffoli, susumelle, tronchetto di Natale, torrone di Cremona, zelten. Era troppo bello quest’elenco per non condividerlo mentre il Natale si avvicina. Si tratta dei principali dolci tradizionali che troveremo sulle tavole italiane durante le feste.

A questi possiamo aggiungere la cicirata del primo dell’anno, i befanini, la fugassa ‘d la befana e la pinsa dea marantega per l’Epifania. Dai nomi ne si può intuire a quale regione appartengano, ma comunque sono quasi tutte rappresentate. Abbiamo voluto farvi questo piccolo regalo che altro non è che l’elenco delle ricette che si trovano nel nostro libro I dolci delle feste (clicca sul titolo per saperne di più), appena pubblicato, che non soltanto vi potrà accompagnare dal 25 dicembre al 6 gennaio, ma proseguirà per tutto l’anno, come un calendario, tra Santi patroni, Quaresima, Pasqua, Ognissanti. Lo facciamo perché pensiamo possa essere di interesse per chi segue il mercato e ama cucinare per i propri cari, anche perché stentiamo a darvi un altro consiglio particolare per quanto riguarda i mercati.

Prodotti di “controstagione”: non facciamoci abbindolare

La situazione è come quella della scorsa settimana: prezzi in rialzo per scarsità di prodotto (i carciofi spinosi sardi arrivano anche due e cinquanta l’uno!) un po’ in tutte le categorie, si salvano solo i cavolfiori e i prodotti locali con una distanza dal campo alla tavola molto breve. Arrivano intanto i classici prodotti di “controstagione” come la frutta esotica, le ciliegie sudamericane e gli asparagi dal Perù (che pare restino uno dei prodotti più venduti, insieme alle patate, per la vigilia, e su questo non ci siamo ancora…). Negli ultimi anni – come già ribadito più volte – incontrano sempre meno il favore del pubblico, tanto che anche l’attenzione sulla frutta secca oggi guarda di più al nostro Paese, con le noci prodotte in quasi ogni regione o addirittura le arachidi che da un po’ di anni sono nuovamente raccolte in provincia di Rovigo (pare strano, ma un tempo si coltivavano molto in zona). In ogni caso, visto che per il pranzo di Natale andrete a far spesa la prossima settimana, magari portatevi avanti sul dolce, facendo le prove generali in cucina adesso e sposando, perché no, una tradizione extraregionale.

Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa dell’18 dicembre 2021