Alcuni fattori hanno contribuito nelle ultime settimane a generare un aumento importante dei prezzi per tutte le derrate alimentari. Da un lato il freddo che ha coinvolto anche il Centrosud, il vero cuore produttivo italiano in questo momento, ha rallentato enormemente il ciclo vegetativo delle piante e dunque si raccoglie poco. Per dire, anche negli agrumeti siciliani non si stanno prendono i frutti dall’albero una volta alla settimana come succede di solito. D’altro canto, saprete che c’è un generalizzato rincaro di tutte le materie prime: per dire, la carta ha più che raddoppiato i suoi prezzi e si fa fatica a reperire, non si trovano neanche gli scatoloni per gli imballi, mentre anche i metalli e i costi dell’energia fanno la loro bella parte. Quindi dovrete sborsare un po’ di più per i vostri prodotti freschi.
I trucchi della GDO
Non c’è altro da fare, a meno che non vi rivolgiate alla grande distribuzione che in molti casi mantiene prezzi calmierati e insolitamente più bassi. Un po’ perché abbiamo già spiegato più volte il meccanismo dei “prezzi civetta”, artatamente sotto costo per attirare clientela che poi compra altro, illusa di una convenienza non sempre reale, ma un po’ anche perché succede che la grande distribuzione organizzata chiude dei contratti con i produttori con qualche settimana o mese di anticipo rispetto al momento della raccolta, fissando già i prezzi e non tenendo conto di eventuali aumenti che nel frattempo possono intercorrere. Per cui i produttori che hanno venduto con questi contratti anticipati se è vero che intanto si sono assicurati una vendita, ora ci rimettono rispetto a quanto incasserebbero se non fossero vincolati. Insomma: quando vedete un prezzo stranamente basso per frutta e verdura sappiate che qualcuno ci deve pur rimettere, e non so se vi va di sostenere il modello.
Primavera in anticipo? Meglio di no
Infine, un’altra notizia: avrete già visto sui banchi le fragole, sicule e della Basilicata. Negli ultimi anni si è innescata una corsa ad anticipare il più possibile la stagione di primizia, tanto che a fine gennaio si raccolgono normalmente fragole nelle zone più calde del Paese. Se per Marsala, per esempio, è possibile che sia sufficiente una semplice serra, non crediamo che in Basilicata riescano a far maturare senza scaldare le serre con grande consumo di energia. Non ci piace tanto questa pratica, perché poco sostenibile e poi rischiamo di anticipare troppo una stagione, per cui il prodotto non ha poi le caratteristiche giuste, quelle che avrebbe in piena primavera/estate.
Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del 29 gennaio 2022
3 commenti
Succede sempre così il consumatore attratto dai primi frutti fuori stagione, compra cibo senza sapori e profumi,(meglio un bicchiere d acqua) poi con l arrivo dei frutti di stagione passa la voglia delle primizie poiché li associa a quelli cheha mangiato in precedenza. Il nostro grande lavoro oltre a produrre è anche quello di educare, far conoscere..
Proprio così caro Bruno. Grazie per il suo prezioso lavoro.
Buongiorno, ieri (15/02/2022) nella trasmissione GEO, RaiTre ho visto un servizio sulla Basilicata e precisamente sulla Val d’Agri, dove intervistavano, tra gli altri, un piccolo produttore (azienda familiare) di fragole di Militerno che sosteneva di produrre fragole IGP da febbraio a giugno. La trasmissione era anche incentrata sulla sostenibilità delle produzioni agricole della Val d’Agri. Ma non si contraddice con il produrre fragole a febbraio? Vorrei il vostro parere. Un saluto