Si calcola che circa un terzo del cibo prodotto nel mondo venga gettato nella spazzatura. Una colossale distorsione, eticamente inaccettabile, a fronte dei tantissimi essere umani che ancora soffrono la fame, e generatrice di enormi costi economici e ambientali. Oggi, 5 febbraio, ricorre la nona Giornata nazionale della prevenzione dello spreco alimentare: un’occasione importante per riflettere su buone pratiche alla portata di tutti. Perché se è vero che a contribuire al problema sono le perdite nelle varie fasi della trasformazione agricola, le inefficienze nella produzione e nella distribuzione e gli sprechi nei locali di ristoro, tanto fa anche la condotta a casa. La buona notizia è che ognuno di noi può invertire la tendenza nel quotidiano, cominciando dalla spesa. Ecco alcuni consigli tratti dal ricettario A tavola senza sprechi.
- Programma meglio la spesa: fai una lista ragionata e compra solo il necessario, riducendo le quantità
- Presta maggiore attenzione alle date di scadenza, ma non farne un moloch: l’indicazione è obbligatoria, ma non è che alla data fatidica il cibo diventi tossico
- Prediligi gli ingredienti ai trasformati e ai cibi pronti
- Impara a cucinare quello che c’è in dispensa, riusando gli avanzi e utilizzando anche quelle parti che siamo abituati a considerare scarti (bucce, lische…)
- Non servire porzioni troppo eccessive
Idee in cucina
Vecchie quanto il mondo, le ricette del recupero, sono l’espressione migliore del fare di necessità virtù e della sacralità (non spaventi la parola!) del cibo. Non parliamo solo di polpette, del pane “resuscitato” in forno o in ammollo, delle paste e delle carni ripassate in padella. Basta un po’ di fantasia e si aprirà un mondo di interessanti possibilità.

CON GLI SCARTI
I gambi dei carciofi si possono trasformare in creme da gustare come primo o da spalmare sui crostini, le bucce di patate si mangiano fritte, le foglie della pianta delle zucchine (i tenerumi) sono molto popolari in Sicilia con la pasta. E ancora le foglie esterne del cavolo verza e della bietola diventano il contenitore ideale di involtini (si pensi ai capunet valsesiani), così come il verde dei cipollotti, che spesso il venditore stesso si offre di buttare, può sostituire o integrare i bulbi in frittate e soffritti. Ma passiamo alla frutta. Lo sapevi che bucce e torsoli – di provenienza biologica – si possono recuperare in confetture e che gli scarti delle mele si prestano bene alla preparazione di pectina casalinga? Su un altro versante ancora, non è un segreto che le lische di pesce – sopratutto quelli particolarmente gustosi come scorfani e rombi – sono preziose per ottenere ottimi fumetti.
CON GLI AVANZI
Anche in questo caso la tradizione gastronomica italiana insegna. Alcuni esempi: il lombardo risotto al salto, che dà nuova vita al risotto alla milanese del giorno precedente, la polenta che si può tagliare a fettine e friggere o gratinare in forno, le polpette di lesso e l’insalata di bollito, senza contare il ricchissimo repertorio di piatti ricavabili dal pane raffermo (tra pancotti, gnocchi e torte).
Tartine con paté di foglie di carote
per 2 persone
un etto di foglie di carote
mezz’etto di ricotta
uno spicchio piccolo di aglio
2-3 pomodori secchi sott’olio
un cucchiaio di pinoli
pane raffermo
olio extravergine di oliva
Eliminate i gambi perché troppo duri. Lavate le foglie, asciugatele con un canovaccio e frullatele con i pomodori secchi, i pinoli – che possono essere sostituiti da mandorle o noci –, l’aglio e la ricotta, aggiungendo olio a filo fino a ottenere una crema.
Tagliate il pane a fette, fatele tostare e spalmatele con il pesto.
Un semplice e gustoso pesto, che permette di utilizzare il verde delle carote, in genere scartato. Coperto con extravergine, può essere conservato in frigorifero e ammorbidito con un po’ di ricotta può trasformarsi in un originale condimento per la pasta. In alternativa alle foglie si possono utilizzare per preparare un paté altrettanto gustoso le bucce di carote frullate con un pugno di mandorle, uno spicchio di aglio, un filo di olio e un pizzico di peperoncino.
Vellutata di finocchi

per 4 persone
mezzo chilo di guaine e barbe di finocchi
un porro, 2-3 patate
pane raffermo
olio extravergine di oliva
sale, pepe
In una pentola a bordi alti soffriggete delicatamente le barbe (tenetene alcune per la decorazione finale) nell’olio; aggiungete il porro tagliato a rondelle sottili, fatelo appassire, quindi unite le guaine di finocchio e le patate tagliate grossolanamente.
Quando vedrete imbiondire il tutto, coprite con abbondante acqua, regolate di sale e portate a bollore a tegame scoperto. Di seguito abbassate la fiamma, incoperchiate e continuate la cottura per una mezz’ora. Setacciate la minestra con un passino fine.
Preparate i crostini tagliando il pane a fette e poi a dadini, che farete abbrustolire in forno; disponeteli sul fondo della zuppiera e copriteli con la zuppa caldissima; condite con extravergine crudo e guarnite con alcuni fili delle barbe.

A tavola senza sprechi
Collana: Ricettari Slow Food
Pagine: 128
Prezzo al pubblico: 9,90 €
Prezzo online: 9,41 €