È un po’ di settimane che ne parliamo, ma l’evidenza di un’inflazione galoppante è sotto gli occhi (e anche nelle tasche) di tutti. E, se la situazione in Est Europa non andrà migliorando, c’è da aspettarsi che la corsa al rialzo dei prezzi dell’energia e la scarsità delle materie prime presto diventeranno intollerabili più di quanto non siano già. Pensate al prezzo della benzina e del gasolio. L’avete visto in bolletta o quando fate il pieno all’auto: immaginate un camionista, un pescatore con la sua barca, un contadino che ha le serre con il riscaldamento.
Mai come adesso, comprate locale

Bene, intanto i camionisti – questa volta in tutta Europa, Spagna compresa – hanno promesso un nuovo sciopero da lunedì. Non sarà come la volta scorsa, quando a scendere dai mezzi furono gli autotrasportatori delle regioni meridionali d’Italia. In questo caso saranno tutti fermi, la merce non arriverà, i produttori ci perderanno, noi pagheremo caro quello che riusciremo a trovare. Speriamo che le economie agricole locali ci vengano in aiuto più del solito – comprare locale non sarà mai stato così tanto sensato – e che i governi prendano qualche iniziativa come per esempio ha fatto Malta, calmierando il prezzo del gasolio per decreto. Un po’ come avviene da tempo per il cosiddetto “gasolio agricolo”, per il quale le accise sono quasi inesistenti. Non sappiamo dove andremo a finire ma di sicuro al mercato ne vedremo delle belle, in senso negativo, purtroppo.

Il prezzo del gasolio ferma i pescatori

Anche i pescatori – ci dicono – non ritengono più necessario uscire con le barche. Con il pescato non solo non si pagherebbero il lavoro (guadagnare è comunque dura…) ma nemmeno il carburante. Uscire in mare sicuri di andare in perdita: chi glielo fa fare. Insomma, pare che in una situazione del genere abbiano tutti ragione, e in effetti è difficile dare torto a qualcuno. Dicevamo prima delle serre riscaldate, quelle che ci danno le primizie di primavera almeno un mese in anticipo rispetto al normale ciclo della natura: già le ritenevamo una mezza follia insostenibile, ora c’è di buono che con questi costi dell’energia neanche i più incalliti si stanno sognando di usarle. Altrimenti, perdita garantita.

Cosa di resta? Carciofi spinosi in abbondanza

In un momento così desolante e complesso è davvero difficile consigliare che portarsi in tavola oggi. Anche se ancora, questa settimana, imperversano i carciofi spinosi. La coda di freddo nelle regioni in cui si coltivano li ha resi più buoni, sono tantissimi e hanno prezzi davvero stracciati. Da fine stagione, ma con una qualità media più alta.

Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del 12 marzo 2022