L’anticiclone africano Hannibal promette temperature altissime. Neanche il tempo di abituarsi alla primavera e già, per qualche giorno, ci sentiremo in estate. Tutto ciò influenza molto gli acquisti al mercato, perché si cercano verdure più fresche, da mangiare anche crude o poco cotte, a differenza di quelle “invernali” che siamo sicuri oggi lasceranno il passo al resto, abbondante, che si troverà sui banchi. Non soltanto asparagi e fragole a volontà, nel pieno della raccolta ovunque, ma anche la prima frutta degna di questo nome, che sicuramente farà gola, anche se vanno fatti un po’ di distinguo. Poi starà a voi scegliere.
Le prime ciliegie, da Nord a Sud
Sono arrivate le ciliegie, innanzi tutto. Questa è la notizia, e sono arrivate tutte insieme, cioè sia dal Nord sia dal Sud. Di solito – come per tutti i prodotti – la raccolta parte da Sud per risalire lo Stivale di settimana in settimana. Ma in Meridione ha fatto più freddo del solito, causando in Puglia – per esempio – un ritardo di due settimane. Al contrario, in Settentrione siamo in anticipo di una decina di giorni per via di un inverno tutto sommato mite, ed è così che abbiamo ciliegie già da Pecetto in provincia di Torino, da Verona, insieme a quelle del Sud. I prezzi vanno dai sei a dodici euro per le nostrane, a seconda della qualità e pezzatura, ma essendo le prime non sono ancora il massimo del gusto. Bisognerà aspettare ancora una quindicina di giorni per questo. Al contrario, il prodotto spagnolo che di solito è inferiore e costa anche meno, si porta a casa per ben 20 euro al chilo: le drupe sono grosse e ben mature, oggettivamente più buone, ma non ci sembra di fare un gran servizio alla sostenibilità ambientale acquistandole. Piuttosto aspettiamo ancora un po’.
Un assaggio di estate con le pesche e meloni
Stesso discorso per le prime pesche, già abbondanti dalla Spagna e con un principio di provenienza meridionale italiana: si può già fare il pensiero di comprarle perché man mano che passa il tempo, rispetto alle scorse settimane, migliorano un po’ in qualità. Ci sono anche i primi cocomeri siciliani e tanti meloni che rispondo a una domanda fortissima per via del caldo. Si colgono in Sicilia e anche in Campania, ma costano quattro o cinque euro al chilo: è necessario volerli fortemente. Tornando brevemente alle verdure, per soddisfare il desiderio di materia prima fresca a cruda, ecco – coltivati in serre non riscaldate – i primi cuori di bue e pomodori da insalata, anche del Nord. Non si fa peccato a prenderli, visto che dalla Sicilia nei mesi scorsi è arrivato pochissimo prodotto.
Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del 14 maggio 2022