Non se ne parla abbastanza – perché dovrebbe occupare tutte le prime pagine – e quindi vogliamo sottolinearlo: la crisi idrica che stiamo affrontando ha pochi precedenti e non certo recenti. Il cambiamento climatico è qui e ora. Sono dodici anni che scriviamo su queste righe e non abbiamo mai mancato di incoraggiare comportamenti e acquisti sostenibili per contrastare il fenomeno. Dodici anni fa, forse, sembravamo un disco rotto troppo allarmante, una Cassandra. Oggi è molto triste dire che avevamo ragione quando anche gli scienziati lo negavano. Con questa situazione è ovvio che i mercati siano in crisi o quanto meno impazziti.
In Pianura Padana, se non pioverà, le riserve d’acqua finiranno prestissimo, con questo caldo e questa siccità stanno imperversando i parassiti. Avete sentito dell’invasione di cavallette in Sardegna (e lasciamo stare gli incendi, ormai stagionali, che purtroppo sono già iniziati)? Le piante iniziano a trarre liquidi dai loro stessi frutti, pregiudicandoli, l’uva da vino patisce, per esempio.
Si salva soltanto un po’ chi è più in alto, dove fa un po’ più fresco. L’agricoltura di montagna, dai mille metri di quota in su, non è mai stata così redditizia. Ai mercati generali si riflette su come l’aver puntato tutti sulle primizie, spingendo forte sugli anticipi di stagionalità, ha finito con il favorire chi fa prodotti tardivi. A parte le varietà particolari che sono state salvate, chi oggi coltiva per esempio le ciliegie, i piselli, le fave o le taccole, sta realizzando tantissimo. Un dato davvero curioso, che forse in futuro cambierà anche le nostre abitudini di consumo, perché ovviamente gli agricoltori vedono che succede e si adeguano più in fretta di quanto non possiamo pensare.
Dicevamo dei mercati un po’ impazziti. Oggi succede che per esempio le pesche più normali, quelle coperte da un lieve peluria, costino anche il doppio delle pesche noci, di solito più rare e ricercate. I persi patanù (pesche nude), come li chiamiamo in Piemonte, sono più abbondanti delle rivali pelosette perché le zone in cui si coltivano hanno patito meno il caldo, la siccità e i parassiti. Ma se volete fare un affare oggi al mercato comprate le albicocche. Stanno arrivando a fiumi e con un euro, un euro e cinquanta si trovano deliziose. Non tanto grandi, ma un concentrato di gusto. Se volevate prepararvi una bella confettura è il weekend buono.

Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del 25 giugno 2022