La neve che pochi giorni fa ha abbondantemente imbiancato il Piemonte e altre parti del Nord in alcuni casi ha creato problemi di approvvigionamento o ritardi. Niente che non si sia risolto per questo sabato al mercato, per il quale segnaliamo qualcosa di curioso e istruttivo. Intanto al Nord continuate pure con cavoli, cavoli verza, cardi, porri, radicchi. Tutte cose che si avvantaggiano della neve e di queste temperature. Al Sud, invece, e particolarmente in Sicilia, si registrano anche 25 gradi, un po’ tanti per la stagione.
Così tanti che arrivano le fragole da Marsala. Sembra impossibile ma è così. In Settentrione non hanno grande mercato, la gente non se le aspetta, ma possiamo dire che oggi in Italia i consumi possono variare quasi agli antipodi, a seconda di dove si viva. Su tutto, restando in Sicilia, si distribuiscono finalmente a prezzi decenti e già un po’ pigmentate di rosso le arance tarocco. Hanno goduto di tanta acqua che le ha fatte maturare bene. Lo stesso non si può dire delle cime di rapa che, soprattutto in Puglia, proprio per via dell’acqua non reggono e dopo essere raccolte diventano subito gialle e bruttine.
Ma la segnalazione che ci arriva oggi dai mercati generali è la confusione che regna in merito alle mele. Vi abbiamo già descritto in un’occasione il sistema delle mele “club” o delle varietà dai nomi fantasiosi inventate “a tavolino”. Se alcuni anni fa oltre alle varietà antiche e più comuni si aggiungevano timidamente le Pink Lady per San Valentino, oggi è un profluvio di nomi di fantasia.
Per dire: adesso ci sono queste mele Kissabel, con tanto di marchio registrato e che arrivano dalla Germania, oppure le Red Moon. Sono mele a polpa rossa! Il problema è che, per quanto scenografiche, per ottenere l’effetto sono state incrociate con delle piante a bacca rossa. Queste bacche, come tutte le bacche, sono molto acide e vi ritroverete una spettacolare mela rossa all’interno ma per niente dolce, dal gusto davvero strano e neanche tanto piacevole. Gli stessi produttori, multinazionali, iniziano ad andare in confusione, troppi marchi registrati, troppe varietà finte, troppe mele che uno compra magari una volta, attratto dalla caratteristica curiosa, ma che poi non compra più perché non soddisfatto. E poi costano tutte di più della norma: le hanno create apposta per questo, per fare più profitto, a scapito di gusto e biodiversità autoctona.
Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del 17 dicembre 2022
1 commento
c’era una varietà autoctona della zona di Vicenza – a polpa rossa -molto buona – che fine ha fatto?