Questa settimana c’è una novità. Il gran caldo che sta allietando abitanti e turisti del Centrosud sta scompaginando tanti piani dei coltivatori e commercianti. In Sicilia si toccano tranquillamente i venticinque grandi, roba da fare il bagno in mare, mentre al Centro si sfiorano spesso i venti gradi.
È davvero inconsueto, perché parliamo di una media di dieci gradi in più rispetto alla norma. Non sappiamo (ma a pensare male spesso ci si azzecca) se sia colpa (non merito) del cambiamento climatico, ma la verità è che nelle serre non riscaldate dove si coltivano i prodotti proto-estivi per essere venduti in tutta Italia c’è un’esplosione di raccolto. Per dire, a Pachino, in Sicilia, dentro le serre di vetro si raccolgono abbondantemente i pomodori e i pomodorini, perché lì dentro, con venticinque gradi fuori, ne risultano quasi quaranta di giorno. Questo ne fa crollare i prezzi, ma non sappiamo se tra un mese o due sarà lo stesso, anzi. Questi eventi imprevedibili possono influire molto sulla programmazione dei mesi successivi e potrebbe essere che ad aprile avremo scarsità di pomodori.
A Marsala, incredibile, si raccolgono le fragole, e son pure buone. A Fondi, centro produttivo di verdura tra i più grandi d’Italia in provincia di Latina, nelle serre sono maturate tantissime zucchine. Fino alla scorsa settimana le stigmatizzavamo per essere clamorosamente fuori stagione e giustamente super costose, ma adesso sono scese di prezzo del cinquanta per cento. Non è un consiglio per gli acquisti, sia chiaro, ma comunque è un dato di fatto.
Intanto, al Nord, correttamente la campagna dorme e si usano rape, cardi, radicchi, porri e tutto ciò che è stato già raccolto per essere o imbianchito oppure conservato per l’inverno.
Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del 30 dicembre 2022