Siamo a gennaio e i pomodori costano la metà di quanto li si paga ad agosto. Lo stesso vale per tutti i tipi di insalata da foglia classici. Ci sono tantissime melanzane provenienti dal Sud, ed è tutto coltivato in serre non riscaldate. Un bel po’ di casse di fragole di Marsala due giorni fa sono rimaste invendute ai mercati generali di Torino. Il clima di queste settimane ha completamente fatto saltare i programmi degli agricoltori, confuso le decisioni abituali dei commercianti e disorientato le scelte dei consumatori, che pur rimangono gli unici a non rimetterci troppo.

Predichiamo da più di un decennio, su queste poche righe, la quasi religiosa fede verso il consumo di prodotti stagionali e il più possibile locali, al massimo nazionali, sempre consci della loro esatta provenienza per guadagnarne in gusto, convenienza e per il bene degli ecosistemi. Però oggi anche noi che scriviamo siamo un po’ confusi. Dobbiamo consigliarvi i pomodori? Le melanzane a inizio gennaio?

Qui è la natura che ha deciso: in Meridione ci sono temperature quasi estive, ha piovuto consistentemente e l’umidità favorisce la proliferazione di virosi tra le piante. I prodotti freschi resistono poco ma ce ne sono in gran quantità. Per dire, le tantissime arance tarocco dovrebbero essere raccolte e messe subito in celle refrigerate per non andare a male in pochi giorni. Ma in Sicilia mica sono abituati a questi eventi, non sono attrezzati, e l’invenduto rischia di essere buttato. E non vale soltanto per le arance. I carciofi sardi “pompano” in maturazione come non mai, con prezzi popolari.

Anche al Nord fa comunque più caldo del normale, però siamo a gennaio e davvero a pochi viene in mente di comprare pomodori o melanzane. Siamo abituati così ed è pure giusto. Insomma, per la prima volta in tanti anni non sappiamo bene che consiglio darvi per i vostri acquisti al mercato. Il cambiamento climatico che abbiamo sempre cercato di contrastare con acquisti consapevoli sta forse avendo la meglio? Sicuramente molto è cambiato rispetto a quando abbiamo iniziato questa rubrichina. Tanto ci sarà da raccontare nei prossimi mesi, perché se va avanti così avremo un problema con la frutta, per esempio. Gli alberi al Sud sono quasi pronti per la primavera. Qualche gelata arriverà, forse, e speriamo non faccia troppi danni. Scusateci se iniziamo il 2023 con un grande “boh”, ma in ogni caso buon anno a tutti. Resteremo all’erta.

Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa del
 7 gennaio 2023