La lotta allo spreco alimentare parte dal frigorifero e dalla sua organizzazione. Fare una spesa consapevole e sostenibile non basta se una volta tornati a casa non sappiamo come conservare gli alimenti e li riponiamo nell’elettrodomestico alla rinfusa e senza un ordine. Il nuovo libro di Slow Food Editore Cucina svuotafrigo ci aiuta a familiarizzare con la “dispensa fredda”, in modo da conoscere come e dove riporre il cibo, per allungarne la vita e gustarlo in tutta sicurezza.
Nel frigorifero convivono tipologie di ingredienti molto diversi tra loro e pertanto è necessario seguire alcuni criteri nell’organizzazione degli spazi interni. Ogni cosa ha il suo posto e la sua temperatura ideale di conservazione. Qualche esempio? Se è facile intuire che frutta e verdura sono da riporre negli appositi cassetti – con l’accortezza di disporre al fondo i prodotti più pesanti e meno soggetti ad ammaccature – non è così scontato che il ripiano mediano è quello giusto per salumi, avanzi di vario tipo e uova (ebbene sì, non vanno nell’anta laterale).
Oltre a consigli pratici per mantenere il frigorifero pulito e ordinato – riducendo così la possibilità di dimenticare o fare andare a male qualcosa -, Cucina svuotafrigo raccoglie tante gustose ricette antispreco. La suddivisione dei capitoli per alimento consente una consultazione molto facile e immediata. L’idea è questa: guardate che ingredienti ci sono nel vostro elettrodomestico, quindi aprite il libro, cercateli e scoprite se li state conservando nel migliore dei modi e come valorizzarli in cucina.
Se avete acquistato un bel cavolo verza, sappiate che il cespo intero può durare anche una settimana nello scomparto delle verdure, in un sacchetto microforato. Se le foglie sono già affettate, però, vanno riposte in contenitori e consumate entro pochi giorni. Se volete allungarne ancora la durata, il vostro alleato sarà il freezer: è consigliata la precottura, perché le foglie, una volta scongelate, diventeranno mollicce.
A questo punto, non resta che passare alla pratica e metterci ai fornelli. La ricetta che vi consigliamo è quella dei caponet, degli involtini di verza tipici del Piemonte. Per prepararli si utilizzano anche le foglie più esterne, quelle di solito scartate. Più antispreco di così…

Caponet di verza
Per 4 persone
8 grosse foglie di cavolo verza
3 etti di polpa di maiale
un etto di salsiccia
uno spicchio di aglio
un ciuffo di prezzemolo
un uovo
parmigiano reggiano
brodo vegetale
burro
sale, pepe
Lavate le foglie e lessatele in acqua salata per tre o quattro minuti, quindi trasferitele in acqua e ghiaccio per fermare la cottura, scolatele e mettetele su un canovaccio ad asciugare, ben aperte.
Impastate la carne di maiale macinata con la salsiccia privata del budello e sbriciolata, l’uovo, l’aglio e il prezzemolo tritati e mezz’etto di formaggio grattugiato, regolando di sale e pepe, fino a ottenere un composto abbastanza morbido.
Collocate al centro di ogni foglia un cucchiaio abbondante di ripieno, quindi richiudetele piegando le estremità e formando dei fagottini. Disponeteli in una pirofila unta, versate un po’ di brodo e guarnite con fiocchetti di burro e una spolverata di parmigiano. Infornate a 180 °C per 25-30 minuti.
Potete anche condirli con salsa di pomodoro, come si usa nell’Alessandrino.
Cucina svuotafrigo
Collana: Ricettari Slow Food
Pagine: 256
Prezzo al pubblico: 17,90 €
Prezzo online: 17,01 €
Prezzo soci Slow Food: 14,32 €
4 commenti
Sempre un ottimo suggerimento anche se d’antan! Grazie !
Grazie mille a lei del commento, Giovanna. Lo spreco alimentare è un tema cruciale e una lotta che vede tutta Slow Food in prima linea.
un bel consiglio per utilizzare gli avanzi .grazie
Grazie dell’apprezzamento, Roberta