Nonostante le temperature si siano alzate in tutta Italia, sui banchi del mercato si sentono ancora le conseguenze del maltempo di cui parlavamo sette giorni fa.

Va detto che, probabilmente, a partire da lunedì e via via fino a sabato la produzione di ortaggi si stabilizzerà nuovamente su livelli normali, ma al momento (n.d.r. l’autore scrive sabato 18 febbraio), oltre a prezzi un po’ alti, si registrano anche un sacco di stranezze. Vi facciamo un paio di esempi, così vi sapete regolare di fronte alle proposte di acquisto che troverete.

Iniziamo da Sicilia e Spagna, i due luoghi in Europa che a febbraio producono già gli ortaggi che nel resto del continente sono ancora decisamente considerati fuori stagione, approvvigionando le milioni di tavole. Ebbene, gli eventi atmosferici hanno seriamente compromesso le coltivazioni di pomodori, zucchine, melanzane e peperoni, facendo schizzare i prezzi alle stelle. Si parla, all’ingrosso, di prezzi tra i quattro e cinque euro. Se seguite i nostri consigli non sarebbero comunque da comprare –  perché a tavola ci piace assecondare la natura con i suoi ritmi – ma segnaliamo la cosa perché ci può permettere di spiegare delle logiche che altrimenti si farebbe fatica a capire.

Questi ortaggi, se li comprate su un banco al mercato, saranno quasi certamente sopra i cinque euro al chilo, ma se invece andate al supermercato li potrete portar via a due euro e ottanta/novanta. Come è possibile? La grande distribuzione ha deciso di soprassedere sugli aumenti dei prezzi all’ingrosso per circa tre settimane, contando sul fatto che i prezzi si abbasseranno a partire da lunedì, scegliendo consapevolmente di vendere sotto costo. Non lo fanno per fare un favore ai consumatori, ma per fidelizzarli, e perché nelle settimane precedenti, quando il clima era favorevole e molte verdure hanno anticipato i raccolti, hanno probabilmente già guadagnato abbastanza da permettersi questi venti giorni con i conti in rosso nel settore ortofrutta. Succede in tutte le catene, manco si fossero messe d’accordo.

Per il resto, ancora una curiosità: le arance tardive siciliane, le rosse, nelle zone di coltivazione hanno dovuto sopportare venti fortissimi come causa secondaria dell’uragano che ha allagato molti campi e imbiancato l’Etna. Significa che, così fortemente sbatacchiate, hanno patito e c’è l’esigenza di vederle il prima possibile. Costeranno meno ora e per un po’, ma scarseggeranno prima del solito tra qualche settimana.

Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it
Da La Stampa dell’18 febbraio 2023