Come presagimmo a maggio, quando sembrava non voler più smettere di piovere e l’alluvione in Romagna colpì il grosso delle coltivazioni, oggi al mercato faticherete a trovare meloni e cocomeri che siano buoni e che non costino tanto. È passato il periodo della convenienza per questi due tipi di frutti/verdura e bisognerà aspettare il prossimo ciclo buono, al momento non prevedibile.

Ciò che invece ci dicono si venda molto bene – nel gergo dei mercati significa che ci sono tanta offerta e tanta domanda, con prezzi che scendono – sono i mirtilloni. Un prodotto che negli ultimi anni ha preso sempre più piede, diventando quasi di moda, soprattutto tra gli appassionati di fitness e alimentazione sana. Se ne comprano tantissimi, mentre una volta erano appannaggio perlopiù dell’industria alimentare e dei pasticceri. Dobbiamo fare un distinguo però: ci ostiniamo a chiamarli mirtilloni non soltanto perché sono grossi e sodi, ma perché sono completamente diversi dai mirtilli selvatici che provengono dai nostri boschi, e di cui tanti si sono innamorati da piccoli, avendo l’opportunità di raccoglierli durante una passeggiata.

I mirtilloni, invece, sono una specie di origine americana, molto semplice da coltivare e produttiva. A differenza dei selvatici, con i giusti accorgimenti sono più durevoli una volta raccolti, per poter essere tranquillamente messi in commercio (spesso in vaschette di plastica, e qui ci sarebbe da stigmatizzare). I mirtilli selvatici, infatti, oltre a essere più rari e difficili da raccogliere – e quindi costare di più – dopo poco tempo si trasformano in poltiglia. Per questo, se si riescono a cogliere, si vendono velocemente e in cassette, perché in fondo sono perfetti per le confetture. Ma il momento dei selvatici sarà più avanti, dato che crescono nei boschi, ad altitudini maggiori, maturano dopo. I fratelli più grandi sono coltivati in pianura, e sono diventati un buon investimento per i frutticoltori delle zone più vocate, come il saluzzese e le pianure ai piedi delle montagne nel sudovest piemontese.

Per quanto riguarda il fronte verdura, invece, continuano a essere convenienti zucchine e melanzane. Se riuscite a resistere al caldo e piazzarvi alcune ore in cucina, la parmigiana di melanzane, fredda dopo aver riposato un bel po’, diventa un piatto estivo eccezionale. Ma ci rendiamo conto che è sfida ardua cucinare per ore con queste temperature. Almeno, il caldo farà bene alle prossime pesche, che migliorano di settimana in settimana.

Carlo Bogliotti

da La Stampa del 24 giugno 2023