Concedeteci un piccolo brindisi per questa rubrica. Le numeriamo tutte da quando abbiamo iniziato a occupare questo spazio in penultima pagina e siamo arrivati alla numero 700. Un bel traguardo, di cui ci compiacciamo, e un grazie a chi ci legge con assiduità oppure occasionalmente. Ma torniamo al nostro pane quotidiano, o meglio, settimanale: i mercati. È un’estate un po’ pazzerella quella appena iniziata e la categoria merceologica più in difficoltà è la frutta.
Iniziamo da meloni e cocomeri (anche se botanicamente son verdure), che continuano a salire di prezzo per scarsità di prodotto. I meloni costano anche quattro euro al chilo all’ingrosso, quindi possono raggiungere vette davvero inusuali sui banchi. Speriamo che le tre varietà “presidiate” da Slow Food e in pieno periodo di raccolta non ne abbiamo risentito troppo, essendo potenzialmente più rustiche e resistenti: parliamo degli antichi meloni reggiani, del cartucciaru di Paceco e del melone di Calvenzano in Lombardia. I cocomeri, invece, sono così pochi che si continuano a importare da Marocco e Grecia, i quali di solito sono i primi a essere venduti ad aprile ma vengono poi sostituiti dai nostrani: per ora invece poco o nulla, si tocca anche il 90% in meno di produzione.
Una discreta notizia è che finalmente le pesche che arrivano dal Centrosud sono abbastanza buone, meglio le grandi, perché quelle più esposte al sole, all’esterno della pianta. Per un calibro importante però i prezzi restano ancora alti: tre, quattro o anche cinque euro al chilo. Per quelle dei Presìdi si dovrà aspettare, ché sono varietà tardive, e speriamo che anche in questo caso il tempo migliori e permetta loro di maturare al meglio. Appuntamento ad agosto quindi.
Infine, le albicocche: vi dicevamo che non ce n’erano di buone in giro. La situazione sta un po’ migliorando con il caldo degli ultimi giorni, ma l’annata resta pessima. In questo caso, però, abbiamo nuovamente degli ottimi Presìdi che ci possono venire in soccorso: l’albicocca di Scillato in Sicilia, precoce, di cui si sta terminando la raccolta; quella di Valleggia (deliziosa) in Liguria e le albicocche del Vesuvio crisommole in Campania, che, se non vivete là, dovrete spostarvi per gustare (e mai più dimenticare). Si devono infatti mangiare entro un giorno dalla raccolta, ma ne vale davvero la pena. Concludiamo con un buon sabato al mercato a tutti e, ovviamente, cin cin!

Carlo Bogliotti
da La Stampa del 1 luglio 2023
2 commenti
Grazie per gli interessanti consigli.
Grazie a lei del commento e buona giornata.