Un nostro insider ai mercati generali di Torino ieri ci diceva che in questo momento ci sono i «mercati matti». Perfino lui, forte di un’esperienza pluridecennale, confessava che ultimamente non riesce più a fare previsioni, a leggere con una certa chiarezza quello che accade tra eventi meteorologici più o meno intensi, andamento delle stagioni e dinamiche socioeconomiche.
Ci dice: «Qualche settimana fa, con le alluvioni in Romagna, che ho visto con i miei occhi quello che sono riuscite a combinare nei campi, vi raccontavo di come molte produzioni di questo giacimento di frutta per tutta l’Italia avrebbe causato una mancanza di meloni, che infatti per settimane hanno avuto prezzi molto alti. Invece, oggi, sono arrivate ai mercati generali, proprio dall’Emilia Romagna, tonnellate di prodotto, e il prezzo dei meloni è popolare. Se ne trovano di molto buoni anche a un euro e cinquanta al chilo». Intanto le insalate verdi – ci dice – hanno registrato prezzi pazzeschi per il periodo: quattro o cinque euro al chilo per manigotti, insalata riccia e analoghi. Anche in questo caso gli eventi atmosferici che tutti fanno parlare hanno giocato un ruolo fondamentale e disastroso. Le grandinate e tempeste che hanno tenuto in scacco il Nord per molti giorni in Veneto hanno pregiudicato, in una delle zone più produttive d’Italia, quantità incredibili. Di qui i prezzi. Se è quasi impossibile quindi fare previsioni ci è dunque soltanto concesso di dare notizia su fatti compiuti.
Il consiglio della settimana quindi? Beh, mentre riflettiamo sul surriscaldamento globale, concediamoci pure i meloni, magari gli antichi reggiani Presidio Slow Food, e guardiamo a prodotti più insoliti.

Sempre più persone mangiano frutta secca per motivi nutrizionali e dietetici: in questo periodo in Sicilia (e anche qui dobbiamo dedicare un pensiero a chi è assediato dalle fiamme), a Noto, si raccolgono le mandorle locali, anch’esse Presidio, tre varietà antiche: romana (molto richiesta per la trasformazione in pasticceria), pizzuta d’Avola (seme ovale e piatto), fascionello (con caratteristiche ibride tra le altre due). Il guscio, spesso e legnoso, trattiene i grassi, conservando a lungo sapore e profumo; per contro la resa è bassa e non sempre il mercato apprezza la forma non troppo regolare dei frutti. Da adesso a settembre le ciurme (i raccoglitori) battono i rami con canne lunghissime, facendo cadere le mandorle su grandi teloni distesi a terra. Speriamo che il fuoco li risparmi.
1 commento
È sempre un piacere apprendere e ricevere buoni consigli da Carlo Bogliotti. Grazie. Maria