L’ondata di freddo che ha attraversato l’Italia negli ultimi giorni, in esatta antitesi alle settimane bollenti che l’hanno preceduta, se da un lato ha portato un po’ di sollievo ai tanti che sono rientrati al lavoro, dall’altro ha messo sotto forte stress tante produzioni agroalimentari. È questa la sorte che è toccata per esempio a zucchine e peperoni.
Al mercato noterete che le prime costano carissime, anche cinque o sei euro al chilo. La pianta delle zucchine produce tanto con il caldo e se fino a una decina di giorni fa erano molto convenienti, oggi è difficile trovarle e anche trovarle buone, e questo, purtroppo, si paga. Non stupitevi o lamentatevi del prezzo, anche se in teoria siamo ancora in stagione: è così. Se, come sembra, avremo nuovamente il caldo, allora tra qualche giorno la situazione tornerà ai livelli agostani.
Succede lo stesso anche ai peperoni, che in questo momento a Carmagnola sono in piena Fiera nazionale, la settantatreesima edizione. I quadrati, i più comuni delle quattro varietà che si coltivano alle porte di Torino, si vendono anche loro a circa cinque euro al chilo, un prezzo inusuale visto che siamo in piena produzione e fiera, ma il freddo ha stressato anche loro, “bloccandoli” un po’. Ci potremmo consolare con un paio di Presìdi Slow Food: il quadrato della Motta di Costigliole d’Asti o quelli di Capriglio, che vengono messi “sotto raspa” cioè in barili con i raspi dopo la pigiatura dell’uva. Ma temiamo che anche per loro questa settimana sia difficile dal punto di vista delle quantità.

Pure la frutta ha perso in qualità, almeno quella che si raccoglie ora, giunta a maturazione. In teoria, però, lo sbalzo termico dovrebbe poi consentire a ciò che si prenderà dagli alberi tra un paio di settimane di migliorare sotto il profilo aromatico. Lo stesso vale per l’uva da vino. Un vitigno come il dolcetto che si vendemmia ora, ha sicuramente patito e nel vino si sentirà, mentre il nebbiolo, che si raccoglierà più tardi, può essere che ne tragga vantaggio, con Baroli, Barbareschi, Roero e altre Doc che potrebbero tirare fuori una bella annata.
In ultimo, in tema frutta, vi segnaliamo l’arrivo delle prime mele dell’anno. Fino a pochi giorni fa avete comprato quelle raccolte dodici mesi fa e stipate nei magazzini a temperatura controllata, da oggi invece potrete, iniziando dalle gala, piuttosto comuni, assaggiare quelle “nuove”. Loro non han patito, e a un euro e cinquanta al chilo possono già evocare Branduardi: «Cogli la prima mela».
Carlo Bogliotti
da La Stampa del 2 settembre 2023