Almeno al Nord, l’improvviso calo delle temperature pare aver sincronizzato la domanda di orto-frutta che si trova nei campi con la stagione autunnale. Più a Sud, invece, in molte zone fa ancora molto caldo e dunque siamo ancora in piana fase di produzione e consumo di prodotti estivi.
Per esempio, ci sono tanti pomodori, zucchine, melanzane. Ma più in su nel Belpaese pare abbiamo preso la giusta via di mercato le verdure da cuocere di più, come broccoli, coste e costine, zucche, cavolfiori e cavoli. I prezzi sono ancora un po’ alti per via del cambio repentino di tendenza, ma piano piano queste categorie di prodotto prendono piede per tornare a un corso nella norma del periodo, da calendario. Ci sono castagne in buona quantità e a prezzi non impossibili ora, e i primi cachi. Questi hanno un costo abbastanza alto ma vi diamo una dritta: se troverete quelli piccoli a due euro al chilo e quelli grandi a quattro, non pensate che la differenza di prezzo sia dovuta a una questione di qualità, ma questa si deve unicamente alla pezzatura. Sono buoni in egual modo, quindi avrete modo di risparmiare sulla primizia scegliendo il calibro minore. Intanto, dalla Sardegna, come da copione, arrivano i primi carciofi spinosi e non. Se i primi costano un euro e cinquanta o due euro al pezzo e i secondi dagli ottanta centesimi fino a un euro va comunque detto che i carciofi di inizio campagna sono sempre molto buoni, per cui forse vale pena di un piccolo sforzo per goderne appieno, magari crudi in insalata, per apprezzarne la tenerezza e i profumi. Con un filo d’olio, sale e pepe, due scaglie di formaggio stagionato, saranno il piatto degno erede dell’insalata di ovuli reali che fin qui ha tenuto banco in fatto di crudités.
In questo panorama un po’ più rassicurante in tema di cambiamento climatico però c’è una segnalazione che non lo è affatto. Se, come dicevamo, i prezzi sono tutti relativamente alti, succede che banane e ananas spopolino con prezzi anche di due o tre volte inferiori a quelli, per esempio, delle pere. Insomma, prodotti che attraversano gli oceani si pagano meno di quelli locali. Il meccanismo che genera i loro prezzi è impietoso e, naturalmente, a rimetterci per primi sono i lavoratori dei Paesi in cui i frutti esotici si coltivano. Mette tristezza il fatto che una catena della grande distribuzione possa trattare con un grossista e fare offerte al ribasso, per puro scopo di lucro in realtà, con tante persone che soffrono mentre con noncuranza a casa sbucciamo una banana che loro laggiù hanno coltivato e raccolto.
Carlo Bogliotti
da La Stampa del 21 ottobre 2023